L’ABBANDONO SCOLASTICO

12,00 Iva Inclusa

Il volume è una testimonianza di come si possa intervenire trasformando una scuola “difficile”.
Un esempio riuscito di pedagogia del fare che si è concretizzato nella Secondaria di I grado E. Montale di Bollate.

ISBN: 97888328605351

Disponibile

Descrizione

Autrici: Marika Beretta, Anna Origgi
Editore: Fabbrica dei Segni
Formato: A5 15 x 21 cm
Numero di pagine: 78
Età: 16+
Tematica: Scuola, società


Il volume è una testimonianza di come si possa intervenire trasformando una scuola “difficile” in una comunità partecipata. Un esempio riuscito di pedagogia del fare che si è concretizzato nella Secondaria di I grado E. Montale di Bollate.

Bollate, una città dell’hinterland milanese con poco meno di 40.000 abitanti, una scuola media in un centro cittadino con una percentuale di ragazzi a rischio abbandono superiore alla media, al margine di un quartiere di case popolari con un’elevata concentrazione di disagio sociale. Un intervento semplice ma illuminato per rendere la scuola un luogo condiviso, inclusivo, di cui tutti siamo direttamente responsabili. A questo si aggiungono un pizzico di ecologia, di sostenibilità ambientale e di riciclo con un laboratorio di manutenzione e restauro di biciclette usate nel tentativo di migliorare le valutazioni scolastiche cristallizzate e restituire dignità e ruolo a tutte le componenti scolastiche.

Un estratto da pagina 12:
«Una possibile risposta
L’idea di questo progetto nasce dalla consapevolezza che l’Istituzione scolastica spesso non riesce a far fronte a tutti i bisogni che alcuni ragazzi esprimono in modalità di non facile gestione all’interno di un tradizionale percorso scolastico. Sono ragazzi che vivono in situazioni di disagio sociale o personale. All’interno della loro vita, quindi, la scuola diventa un luogo come un altro per mostrare il proprio modo di essere. Così facendo, molti di loro vengono bocciati più e più volte, rischiando di abbandonare la scuola ancora prima di superare l’Esame di Stato. Sotto questa loro scorza da “duri”, però, questi ragazzi nascondono spesso doti e qualità che dobbiamo cercare di far emergere attraverso attività alternative alla didattica tradizionale. È proprio a loro che il progetto si rivolge, proponendo un nuovo modo di fare scuola, una nuova strada attraverso la quale possano riscoprire le proprie qualità e ripartire alla volta di successi che non hanno mai raggiunto, facendo così diventare la scuola una “scuola di vita”, un’occasione di crescita. Così la grande sfida per educatori, volontari, professori che operano nel progetto consiste nel fornire stimoli che portino i partecipanti a scoprire che nella vita non ci sono solo i fallimenti, a scoprire le soddisfazioni che può dare un successo scolastico. Le proposte forniranno spunti che verranno poi ripresi e collegati alle materie scolastiche durante le ore di lezione in aula.
In questo modo sarà possibile sviluppare le competenze necessarie per sostenere l’esame finale. Questo percorso, che si presenta come una sorta di scuola di vita, tenta di coinvolgere anche le famiglie dei ragazzi partecipanti, senza le quali diventa difficile portare avanti un progetto che mira a formare studenti-cittadini, in grado di crescere e di fare scelte consapevoli nelle loro vite. Significative a questo proposito sono le testimonianze di alcuni di questi ragazzi, che nel loro linguaggio e con le loro parole meglio non potrebbero esprimere le emozioni, gli intenti e i risultati del progetto
I Restauratori di via Verdi”»

Un estratto da pagina 15:
«Chi sono i “Restauratori”?
Nell’a.s. 2006-2007, per rispondere al degrado strutturale delle pareti della scuola, gli stessi insegnanti, con la stessa tipologia di ragazzi e con il prezioso aiuto di un genitore (e in seguito di altri volontari con i quali è stata stipulata un’apposita convenzione) hanno iniziato ad occuparsi del restauro artistico delle pareti deteriorate attraverso interventi pittorici che “riutilizzavano” crepe e difetti come parte dell’immagine (es: una crepa diventava il manico di una tazzina). Sulle pareti di più difficile restauro si sono applicati alcuni dipinti su carta da spolvero di grandi dimensioni (“murales”) realizzati dai partecipanti ad un laboratorio pomeridiano di perfezionamento artistico delle classi terze. È poi iniziata una vera e propria attività di restauro delle pareti dell’istituto: riparazione con stucco delle numerose crepe e interventi cromatici sulle porzioni più basse dei muri di tutto l’edificio scolastico. Sicuramente utile è stato intervenire con murales e restauri cromatici su muri deteriorati e sporchi, che avevano fatto assumere al plesso un aspetto di pesante degrado: l’ambiente scolastico è stato radicalmente modificato, rendendo la scuola più accogliente e gradevole […] Nell’organizzazione delle attività ci si è sempre preoccupati di renderle il più possibile compatibili con il tradizionale orario scolastico: in una mattina alla settimana i ragazzi sono stati chiamati nei laboratori per turni di 2 ore per ciascun gruppo (3 turni nelle 6 ore curriculari). La programmazione mensile ha tenuto conto delle uscite didattiche, degli impegni di classe, di altri Progetti esistenti e dell’orario disciplinare di ciascuno. La turnazione con orari variabili ha garantito la possibilità di “ruotare” sulle diverse discipline e di salvare sia la personalizzazione dell’insegnamento e l’acquisizione di competenze».

CREDITI
Questo volume è stato realizzato in collaborazione con:
– Cooperativa Sociale ABPSI ONLUS (Bollate), per la consulenza psico-pedagogica;
– COMITES s.r.l. (Milano) per il coordinamento;
– M.Beretta e A. Origgi, coordinatrici del progetto per la scuola Montessori;
– A. Parisi, maestro di lavori manuali e soprattutto appassionato di giovani.
– E grazie al contributo del BANDO PER LA DIFFUSIONE DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE ORGANIZZAZIONI NELLE MPMI LOMBARDE promosso da Regione Lombardia e Unioncamere

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